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Carlo Bo
dall'introduzione a "Manuale di conversazione
È lecito parlare di un surrealismo di Campanile? L'accostamento non sembra positivo, anche perché nel surrealismo c'è sempre un dato di provocazione e di eccesso che in Campanile manca.

Nel surrealismo predomina la volontà della sorpresa che deve toccare, scatenare delle reazioni; nei racconti di Campanile c'è soltanto un piccolissimo cedimento, il più delle volte non avvertibile allo sguardo semplice, al gusto della beffa. Comunque, la cosa non si svolge mai fra uomo e uomo o fra uomo e la società ma fra il personaggio e una quantità variabile di mistero e questo senza bisogno di insistere o di alzare il tono della voce o caricare le tinte.

Anzi, si ha l'impressione che Campanile con il tempo abbia saputo perfezionare talmente questo suo atteggiamento di distacco e di libertà da dare quasi la sensazione fisica di un mondo totalmente disancorato. Quasi fosse il risultato di un giuoco straordinario di trasposizione gratuita. Trasposizione dell'insieme e non di un particolare o di un atto della vita, ecco perché se qualche volta il suo tessuto narrativo sembra punteggiato di atti gratuiti, in effetti la formula non tiene. L'atto gratuito - così come lo configuriamo sulla memoria di Gide - è soprattutto un atto di volontà mascherata o magari un modo per contestare il rapporto logico della nostra vita. Campanile insegue - caso mai - un altro obbiettivo: operare una sostituzione della logica. Cioè, se per noi è logico ciò che rientra nel quadro di una filosofia, per Campanile l'unica logica è quella completamente svincolata dal controllo delle nostre idee.

Alla fine, il lettore si accorge di possedere uno strumento nuovo di individuazione psicologica e di godere - proprio come i personaggi di Campanile - di una nuova situazione nel mondo dell'abitudine e mentre la vita macina per conto suo i giorni nella più desolata delle malinconie, il regime del caso inatteso adottato da Campanile ci si presenta in tutta la sua luce di libertà, di disponibilità e soprattutto di separazione dalle leggi fisiche. È un'idea di levitazione, quella che a poco a poco si insinua nello spirito del lettore, il quale è portato a dimenticare le leggi di gravità che regolano la narrativa tradizionale.